Mercoledì 6 dicembre, presso il salone del vescovado di Aosta, si è svolto un incontro sul fenomeno dell’emigrazione dei valdostani all’estero. L’evento, promosso dalla Fondation Chanoux in collaborazione con la Diocesi di Aosta e la Fondazione Migrantes di Roma, ha presentato il rapporto relativo all’emigrazione degli italiani nel mondo e all’immigrazione in Italia nel 2023 (a cura della Fondazione Migrantes). Questi documenti forniscono un quadro completo dei due fenomeni che influenzano quotidianamente la composizione sociale dell’Italia e della Valle d’Aosta.
Il Rapporto sugli italiani nel mondo del 2023
Il Rapporto sugli italiani nel mondo del 2023, pubblicato dalla Fondazione Migrantes, rivela una realtà dinamica e in continua evoluzione, evidenziando una popolazione di 6 milioni di italiani residenti all’estero, di cui il 47% di origini del Meridione.
Il Rapporto, nato nel 2006 con l’obiettivo di sensibilizzare all’ospitalità, ha rivelato che l’Italia è storicamente un paese di emigrazione. Da allora, c’è stato un impressionante aumento del 91% degli italiani all’estero, con partenze che coinvolgono tutte le province italiane e si dirigono verso i continenti più disparati, con una predilezione per Europa e America. Tuttavia, negli ultimi anni, si è osservata una diminuzione del 10% delle partenze dal Meridione.
Attualmente, sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 34 anni a prendere il volo, con il 75% di essi che si stabilisce in Europa. Va notato che il numero reale di partenze potrebbe essere sottostimato, poiché molte persone non si iscrivono all’AIRE entro i 12 mesi come previsto, principalmente per evitare di perdere l’iscrizione al sistema sanitario nazionale.
Partenze e rientri
L’ideale sarebbe un flusso migratorio circolare, con un numero equivalente di partenze e rientri. Nel periodo dal 2012 al 2021, si è registrato un aumento del 157% dei rientri, agevolati dalle politiche fiscali messe in atto dallo Stato italiano.
Le motivazioni delle partenze dai giovani lavoratori sono variate nel tempo. Prima del COVID-19, la meritocrazia era uno dei principali stimoli, mentre dopo la pandemia, il desiderio di genitorialità ha assunto maggiore rilevanza. Tuttavia, la defiscalizzazione non risponde completamente ai desideri di rientro.
L’emigrazione in Valle d’Aosta
Un caso interessante è rappresentato dalla Valle d’Aosta, che ha registrato un aumento del 125% degli abitanti all’estero dal 2006 al 2023, con 7800 valdostani iscritti all’AIRE. Tuttavia, il numero di valdostani iscritti potrebbe essere inferiore alla realtà. La Valle d’Aosta è storicamente una regione con una forte emigrazione, e nel corso del Novecento, coloro che tornavano spesso avevano avuto un’esperienza positiva all’estero. Questi individui avevano investito i loro guadagni in iniziative locali, migliorando la propria condizione o cambiando attività. Altri, invece, hanno fatto ritorno “sconfitti” dall’emigrazione, spesso durante periodi di crisi, come durante il COVID-19.
In un articolo di recente pubblicazione, basato su interviste e dati raccolti, il Presidente del Comitato scientifico della Fondation Chanoux, Alessandro Celi, ha osservato che nel Novecento il ritorno nella Valle d’Aosta delle seconde e terze generazioni è stato fortemente influenzato dalla presenza di una proprietà di famiglia a cui fare ritorno, che mantiene un legame fisico e sociale con il luogo di origine. Questa dinamica mostra come il rientro degli italiani all’estero sia influenzato non solo da motivazioni economiche, ma anche da legami familiari e culturali, delineando una complessa rete di emigrazione e rientro che caratterizza la diaspora italiana nel mondo.